“Vediamo che il sindaco uscente o, meglio, dimissionario, continua a ripetere ciò che ha fatto in questi cinque anni, ribadendo a tutti che debbono lasciargli continuare il lavoro. Ha persino pubblicato una sorta di ‘catalogo’ di quanto fatto. Crediamo, tuttavia, che per una volta dovrebbe distogliere l’attenzione da se stesso e volgerla ai Rodigini e a Rovigo, per capire cosa, invece, manchi, cosa non sia stato fatto, cosa sia stato ignorato, cosa impatti ancora pesantemente, nonostante il sindaco uscente abbia avuto quasi cinque anni per intervenire, sulla quotidianità dei Rodigini. In maniera negativa”
Lo spiega Federico Frigato, candidato sindaco per la lista civica Rovigo Si Ama, alle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. “La città in primo luogo è vuota, morta – dice – non ci sono eventi, a parte le grandi kermesse da ‘una volta l’anno’ come il meraviglioso Rovigoracconta. Ma quel che serve, in termini di sicurezza, come di frequentazione, è la quotidianità. E, qui, il piatto piange, piange disperatamente. Abbiamo visto domeniche ecologiche organizzate senza uno straccio di evento di contorno, fatta eccezione per aste di bici usate o passeggiate ecologiche. Non ci siamo. Serve altro per le famiglie, per tenere vivo il centro, per incentivare il commercio”.
“Abbiamo visto lunghe settimane senza eventi degni di nota, anche semplici. Né un concerto di band giovanili, né una iniziativa gastronomica, una rievocazione storica, una festa dello sport, una dimostrazione di antichi mestieri. Lunghi weekend di deserto”.
“E, chi ci perde, sono i commercianti. Noi lo abbiamo letto, il catalogo di Gaffeo, ma poi, se facciamo quattro passi, vediamo una sequela di vetrine chiuse, di cartelli ‘affittasi’, di serrande tirate giù o di vetrine con la polvere. Tempo fa, un artista si è persino preso la briga di arrivare a ‘marchiare’ i negozi sfitti in centro, arrivando a circa un centinaio, più o meno. Sono questi i problemi che la gente vive ogni giorno. E non c’è nulla di tutto questo nel catalogo. Così come non c’è il fatto che né il sindaco, né i suoi pretoriani siano mai stati visti prendere un caffè in centro parlando con gli esercenti e con la gente, per capire quali siano le esigenze di chi, ogni giorno, tiene aperto, senza aiuti, ma solo con la propria forza, la propria ostinazione, il proprio orgoglio”.
“Se passeggiamo, o guidiamo, o andiamo in bici – prosegue Frigato – Vediamo (e sentiamo, purtroppo) buche ovunque, sulle strade e sui marciapiedi. Notiamo una generale carenza di manutenzione, un’aria di abbandono, che si estende anche all’arredo urbano, né manutenuto, né omogeneo. Una brutta vista, davvero”.
“Servono meno cataloghi per dirsi bravi da soli e più liste della spesa di cose da fare, con urgenza. Tralasciando, poi, il resto, i grandi temi rimasti irrisolti, incompiuti: ci avviciniamo alla fine della prima settimana di giugno senza che ci sia nemmeno una ipotesi di data per la riapertura della piscina, solo all’interno, ovviamente, perché all’esterno addio; Casa Serena sta lì, vuota. L’Iras, in crisi. Siamo davvero certi che sia il momento, ma anche il caso, di dirsi ‘bravi’ da soli e di pubblicare cataloghi?”.
