A Rovigo c’è una vera e propria emergenza. Negli ultimi anni si è fatto davvero poco o nulla per il commercio ed il centro storico. Lo stesso nelle frazioni che meritano un capitolo a parte.
Se nel centro storico la situazione è drammatica, le frazioni sono ancora più abbandonate. L’amministrazione uscente non si è mai vista. Non c’è stata la minima programmazione e concertazione con i commercianti, persone - lo ricordiamo - che rischiano del loro per guadagnarsi da vivere e per dare un servizio alla città. Rovigo è decisamente più povera. Un centro deserto e tanti negozi sfitti non fanno solo male al cuore, ma sono anche sinonimo di una città meno sicura, meno fruibile, meno vivibile.
Una bottega aperta è il primo presidio di sicurezza. Nessuna politica abitativa per favorire l’insediamento di giovani e famiglie. Non si sono ripensati i servizi, anzi molti sono stati decentrati. Nessuna politica lungimirante sui parcheggi, per incrementare i flussi dei clienti e dei turisti. Ma anche per riportare i rodigini a vivere la propria città. Le poche iniziative “create” sono state spesso fuori contesto, dando il senso dell’improvvisazione e della mancanza di programmazione.
Ci siamo sentiti dire che non c’erano risorse. Il solito ritornello. Nel 2020, però, il sindaco uscente si vantava di aver ottenuto un finanziamento regionale per istituire il “Manager del Commercio” promettendo grandi risultati. E assicurando che sarebbero arrivati, grazie ad un finanziamento, ulteriori 240 mila euro da aggiungere ai 500 mila già stanziati. Quali sono stati questi risultati? Giudicate voi.
Cosa può fare il Sindaco per la sua città? Rovigo va riqualificata, va sistemata, vanno fatti i lavori di manutenzione, vanno abbattute le infinite barriere architettoniche, va abbellita negli ingressi, nelle rotatorie, va abbellita nelle vetrine sostenendo le iniziative e le idee dei commercianti. Va potenziata in termini di eventi, di politiche di promozione della città, di politiche commerciali e di insediamento. Va messo in campo un progetto di marketing turistico e culturale per attrarre visitatori; la creazione di un marchio, un “brand” per Rovigo da proporre su scala nazionale ai grandi operatori turistici; accordi di programma con i capoluoghi italiani ed esteri per la valorizzazione della nostra storia e della nostra arte; la costruzione di un distretto culturale centrato sul Museo dei Grandi Fiumi e su gli atri siti di prestigio della città. Con quei 750 mila euro puoi organizzare almeno altre 4/5 grandi manifestazioni di carattere nazionale.
O, ancora, organizzare un calendario di eventi natalizi in grado di attrarre migliaia di persone. Incentivare l’insediamento di nuove attività. E, ancora, organizzare visite guidate, trekking urbano, riaprire i nostri palazzi come in occasione delle giornate del Fai. Quando c’è una proposta valida in città, le persone arrivano! Rovigo va migliorata anche da questi punti di vista. Noi ci siamo e chiediamo la collaborazione di tutti, con la forza delle idee e dei progetti. Perché Rovigo si Ama. Tutti insieme!
